La Grammatica di Dio

Il sole cala dietro il promontorio e la marea si ritira oltre la barriera di scogli che si allunga parallela alla costa. E' ora che gli uomini e le donne escano dall'ombra. Forse l'esercizio fisico di questi giorni mi ha aiutato a dissipare la confusione che ho in testa. Sono a Sciaccamare- Sicilia. Mare splendido, il villaggio turistico accogliente, l'animazione è simpatica, cordiale, per niente invadente, con l'innata cortesia e ironia che anima i siciliani.

All'ombra ho appena finito di leggere 'La grammatica di Dio' di Stefano Benni. Non avevo letto nessun commento prima, per evitare i pregiudizi. Prima impressione: racconti, uhm non è il mio genere, comunque... Ho iniziato e mi sono ritrovata conquistata dai racconti mano a mano che proseguivo.

La scrittura è così piacevole e poi le solitudini narrate sono così vere, tremende e spiritose, con sprazzi improvvisi paradossali. Anche Franco ha letto il libro. Il suo commento: Beh,si vede che Benni se ne intende di 'seghe' , in tanti racconti ce ne sono di praticanti. Io dico: ma come ,dove non l'ho notato. Allora lui mi cita il racconto 'Mai più solo'. Ah sì, è vero e poi gli altri. Io non ci avevo fatto caso. Mi è invece rimasto impresso l'orco che attira i bambini dei paesi dell'Est per conto di schifosi pedofili. Oppure il povero Orlando innamorato ma soprattutto gran russatore che ha bisogno di una compagna sorda per essere felice. O il nonnino egoista e dispettoso fino al punto di provocare una strage. O la strega in cerca del diavolo e che, per attirarlo, magicamente passa dalla seconda misura del seno alla quarta o la gallina più vecchia della fattoria sacrificata con il suo consenso per fare il brodo ad un bimbo malato. Chiudo però l'elenco citando il frate zitto che sceglie di vivere in silenzio finchè l'incontro con una donna muta non gli sconvolge la vita: 'Avevo sempre pensato che l'incontro con una donna fosse chiuso nello scrigno delle poesie e nel sortilegi dei quadri. Che niente potesse essere bello come le nobildonne e le madonne dipinte, trasfigurate dalla passione dell'arte e dall'amore di Dio. Avevo creduto che il turbamento provato in giovinezza fosse solo il riflesso di quella bellezza inventata e sospesa.' Queste parole mi sono sembrate dolcissime.

Forse non è l'esercizio fisico che mia reso meno confusa ma piuttosto la lettura di questo libro; in questo momento temo meno la solitudine e l'esperienza di vita dei tanti personaggi fluisce anche nella mia.

Così vado ora in centro . Qui a Sciacca, famosa per le sue ceramiche, ho finalmente realizzato il mio desiderio di farmi un acquario duraturo e bellissimo. Ho acquistato decine di maioliche di pesci di varia taglia da appendere al muro. Avrò il mio acquario con il mio branco senza causare la morte di nessun pesciolino. I pesci sono tutti gialli, sono belli e dureranno per sempre o almeno fino a quando la signora delle pulizie non ne tirerà giù uno.

'La grammatica di Dio'. Stefano Benni. Feltrinelli. Collana I narratori 2007


di Luisa



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